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IL COLORE X

IL COLORE X

TESTI: Magdalena Barile, Greta Cappelletti, Davide Carnevali
REGIA: Aldo Cassano
CON: Martin Chishimba, Yudel Collazo, Kalua Rodriguez
SOUND DESIGNER: Antonio Spitaleri
AIUTO REGIA: Natascia Curci
SCENE: Nani Waltz
COSTUMI: Lucia Lapolla
LUCI: Giuseppe Sordi
ORGANIZZAZIONE: Vanessa Radrizzani

IL COLORE X
Il nuovo progetto di Animanera nasce dall’indagine che la compagnia sta effettuando nelle aree periferiche della città di Milano attraverso un intervento artistico-sociale, utilizzando il teatro come mezzo di integrazione tra persone di nazionalità diversa, e come strumento di valorizzazione dei quartieri periferici e dei loro abitanti.
L’obiettivo è la commistione tra culture diverse attuando pratiche di integrazione e socializzazione interraziale. All’interno di questo processo è nata l’esigenza di raccontare attraverso testi originali il disagio di persone e comunità che vivono ai margini, in particolare giovani neri immigrati.
Il progetto mette al centro la narrazione di storie di vita intercettate attraverso gli interventi della compagnia, e al tal proposito è stato coinvolto un team di autori milanesi: Magdalena Barile, Greta Cappelletti e Davide Carnevali che, attraverso lo strumento dello storytelling, hanno poi convogliato in maniera creativa, le storie dei partecipanti in testi teatrali. IL COLORE X nasce proprio dalla rielaborazione drammaturgica delle testimonianze raccolte nei percorsi teatrali attivati nelle periferie con la collaborazione di associazioni di quartiere e istituzioni scolastiche come i CPIA (centri gestiti dalla Pubblica Istruzione, destinati a un percorso di studio e alfabetizzazione per adulti sia italiani che stranieri) e le Scuole Senza Permesso del Centro culturale Multietnico La Tenda. Lo spettacolo nasce dalla urgenza di raccontare un mondo, quello delle periferie di una città come Milano e delle sue fasce di abitanti più disagiate ed emarginate. Con l’obiettivo particolare di mettere in evidenza i limiti insiti in ciascuno di noi di fronte al confronto interraziale, alla convivenza e interazione con tutte quelle persone che apparentemente ci sembrano distanti, per il colore della pelle, per la religione, per la lingua, appartenenza politica, sesso o ceto sociale. IL COLORE X si interroga sulla possibilità di trovare una strada percorribile verso un’anima collettiva in grado di superare ogni differenza.

Vincitore Bando NEXT Regione Lombardia e Fondazione Cariplo

Lo spettacolo è composto di tre episodi che raccontano da differenti punti di vista la discriminazione razziale come confine e limite del confronto tra le diverse culture e che, in diversi gradi, è insita in ognuno di noi.

I° episodio
LA PANCHINA di Davide Carnevali
Con: Martin Chishimba, Yudel Collazo

Due giocatori di una squadra di calcio della periferia milanese attendono di entrare in campo, seduti in panchina. Mentre la partita segue il suo corso, i due prendono coscienza del loro rapporto con il pubblico, si chiedono se siano sufficientemente visibili e se il loro rappresentante sia effettivamente capace di dare voce alle loro esigenze. Riflettendo così sul loro ruolo all’interno di una società sportiva che diventa (una brutta) metafora della società all’interno di cui tutti viviamo.

II° episodio
L’UOMO CON GLI OCCHIALI – Sulla nostra Stupidità di Greta Cappelletti
Con: Martin Chishimba

Siamo partiti da due parole ‘ospitalità’ e ‘invasione’, ma avevamo bisogno di una metafora che restituisse con ironia lo stigma della minoranza razziale. La scelta è caduta sugli occhiali, al fine di creare un mondo fittizio dove la regola è: se porti gli occhiali sei una minoranza e, di conseguenza, sarai trattato in quanto minoranza. Insomma, portare gli occhiali è non essere inseriti appieno nella società per diritto di nascita.
L’uomo con gli occhiali vive in un contesto in cui avere gli occhiali è socialmente accettato, in una visione politically correct e di superficie, insomma: “sei dei nostri ma ricordati che porti gli occhiali”.
Ma non puoi fartene una colpa di portare gli occhiali, non è una scelta, sono cose che accadono. Come può accadere di incontrare qualcuno, l’altro.
L’altro è l’amore, è una ragazza senza occhiali, qualcuno che non era previsto. Cosa accade all’uomo con gli occhiali quando incontra una ragazza vedente? Il confronto con il diverso svela la nostra più segreta impreparazione ad accogliere l’altro. L’uomo un tempo discriminato, discrimina a sua volta.

III° episodio
MANI BLU di Magdalena Barile
Con: Martin Chishimba, Kalua Rodriguez

Un elogio della rabbia e la riflessione sul perché e come si possono combattere le ingiustizie senza odiare, disfare senza distruggere e senza farsi distruggere in una società, la nostra, dove è venuto a mancare “la narrazione salvifica del contratto sociale”. Un invito ad andare a fondo alla propria forza di opposizione e resistenza come pratica quotidiana necessaria, ad accogliere e vivere in uno stato di perenne e violenta agitazione. Finché c’è rabbia c’è speranza dunque e da qui nasce l’ispirazione per Mani Blu. Una madre e un figlio, ai margini. Nikko è un ragazzo italiano di seconda generazione ed è la vittima predestinata delle prepotenze del suo quartiere: povero, nero e omosessuale. Oz è sua madre, vittima predestinata in Italia come nel suo paese di origine: povera, nera e sola. Il futuro visto dal loro monolocale di periferia è cupo ma Nikko scrive messaggi salvifici e provocatori sui muri deprimenti del suo quartiere e Oz lo protegge con i suoi incantesimi: forse solo chi è oppresso e ha conosciuto la schiavitù può essere davvero libero. “Quando hai un grande tormento o un grande amore solo allora si diventa una preghiera vivente, gli altri nemmeno vivono.”

 

 

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Grafica: Ehsan Mehrbakhsh

Con il contributo di COMUNE di MILANO – FONDAZIONE CARIPLO – Ministero Beni Culturali

Vincitore NEXT Regione Lombardia – Cariplo

Rappresentato al IIC Parigi, Teatro Elfo Puccini MI, FESTIVAL LA LINEA DEL COLORE, Rassegna TREATRO BS, Festival SUQ Genova

Press

tophat.blog - Isabella Rotti “[…] quattro corti teatrali di alcuni interessanti esponenti della giovane drammaturgia. In una linea immaginaria della Metropolitana Milanese, rappresentata da un agglomerato “mutante” di luci al neon, quattro sguardi alienati e alienanti sulla città, tra critica, ironia, ma sotto sotto, anche amore incondizionato per la metropoli. […]lo spettacolo si impone grazie a originalità e freschezza, gettando nuova luce sulla drammaturgia italiana contemporanea.”

viveremilano.info - Samuele Gugliada “[…] 8 pièce inedite. Gli attori per tutto lo spettacolo hanno ‘rapito’ il pubblico presente per proiettarlo sul palcoscenico permettendogli di immedesimarsi con i personaggi e le tematiche affrontate e dandogli la possibilità di avere una nuova prospettiva su alcuni aspetti della realtà milanese che viviamo e subiamo ogni giorno senza metterla in discussione. Vivere Milano era presente e vuole raccontarvi come una compagnia teatrale, nonostante le difficoltà che può affrontare chi vive di teatro oggi , partendo da situazioni attuali, sappia raccontare storie che stimolino riflessioni profonde. Chi l’avesse perso avrà la possibilità di vederlo dal 17 al 22 ottobre al teatro Elfo Puccini, l’attesa sarà ricompensata dalla magia che gli attori sapranno ricreare sul palcoscenico.”